Contrada di Valdimontone

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Progetto Michelucci
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Storia del San Leonardo

Progetto Michelucci

La sede della Contrada di Valdimontone è forse l’esempio più esplicativo della ricerca che Michelucci opera nelle sue costruzioni. Siena con il suo impianto medievale sembra suggerire all’architetto la possibilità di riproporre, attraverso una visione personalissima, lo stesso borgo, concepito in scala più ridotta per una città nella città: la Contrada. Possiamo intravedere viuzze, piazze e piazzette, scorci, feritoie e mura antiche. Internamente è un susseguirsi di dislivelli, tutti collegati e percorribili, dove il visitatore può tranquillamente perdersi in un circuito spazio-temporale. L’effetto del percorso a più livelli rende l’edificio più aperto e più frequentabile evitando che il complesso architettonico, scavato e incassato nel terreno, assuma il carattere di bunker. Ma il geloso ambiente contradaiolo è forse il meno adatto per l’applicazione di queste teorie. Atti vandalici, problemi di sicurezza pubblica e di custodia del contenuto, determinano l’installazione di cancelli agli ingressi, interrompendo di fatto il libero fluire vitale ricercato da Michelucci.

L’esperienza del Museo della Contrada richiama fortemente il continuum, sostenuto da Michelucci, tra architettura e città, attraverso la fruizione di tutti gli spazi, creati per tutti i cittadini. In questo senso viene pensato anche il percorso esterno che collega la ex chiesa di San Leonardo all’attuale museo. Bisogna cominciare a studiare l’edificio immerso nell’organismo urbano senza considerare di primaria importanza la questiona formale. Si deve prima organizzare lo spazio interno, intercettando suggerimenti che possano facilitare l’indagine degli ambienti vitali e soltanto dopo ci si potrà soffermare su altre peculiarità come quella estetica. In tutto questo il cittadino, nel nostro caso il contradaiolo, assume un ruolo fondamentale: le persone partecipano alla progettazione e alla costruzione dei propri ambienti, esponendo problemi ed esigenze. Un’architettura corale dove l’architetto funziona da interprete, da mediatore, tra l’uomo e l’architettura.

Pur essendo nato nel 1891 Michelucci è un progettista estremamente moderno in quanto aderisce alla realtà rispondendo alle richieste della collettività con soluzioni attuali, proponendo un linguaggio formale contemporaneo. L’impianto urbano dei rioni senesi potrebbe favorire la scelta di uno stile “medievaleggiante” che però egli considera anacronistico e non vero. L’ambiente nasce dal libero pensiero, dagli incontri, dal dialogo, da situazioni che maturano di volta in volta e non secondo uno scenario precostituito dall’ambiente circostante che, ridotto a modello, favorirebbe il frazionamento e la disgregazione.

Con la formazione di un pensiero che stabilisca in anticipo come dovrà essere l’eventuale spazio si genera la divisione della comunità, mentre la contrada è amicizia, solidarietà e condivisione di intenti.